La Federazione nel tramite del suo presidente Piero Acquaro è in continuo contatto con gli organi istituzionali al fine di tutelare tutti i nostri soci e i centri cinofili che hanno dovuto interrompere le loro attività a seguito dello scoppio della pandemia COVID19. Il Presidente ha scritto direttamente anche al Presidente della Regione Veneto e all’Istituto Superiore di Sanità.
Ecco un estratto di quanto richiesto:
“Le attività dei nostri centri cinofili si svolgono in strutture all’aperto, si svolgono attività di educazione cinofila, ed altre attività di iterazione tra il cane e il suo proprietario con finalità ricreative, sociali e sportive.
Una normale attività di insegnamento si svolge con la presenza di un educatore/istruttore cinofilo ed un binomio composto dal proprietario e un cane.
Si chiede di includere quanto prima la ripresa dell’attività socio-sportiva cinofila all’aperto, anche con la previsione della distanza di almeno un metro tra l’operatore cinofilo e il proprietario del cane. Se gli esperti lo riterranno opportuno si potrebbero anche integrare le norme di sicurezza anti-pandemia ed obbligare l’uso di mascherine e gel disinfettanti/sapone.. etc”
Siamo sicuri che gli Enti Nazionali e Regionali prenderanno in considerazione quando proposto dalla FISC che oramai opera da molti anni su tutto il territorio Nazionale al fine di promuovere le attività sportive cinotecniche e la cultura cinofila.