“ I cani…hanno un enorme valore per noi che pascoliamo il lanuto gregge, perchè il cane è il guardiano di tale bestiame, in principal modo di capre e pecore, che mancano dei mezzi per difendersi. Giacchè il lupo è solito giacere in loro attesa, noi gli opponiamo i nostri cani, come difensori.” Questo scriveva Marco Porco Catone nel suo De Agri Coltura intorno al 150 a.C. dandoci una testimonianza dell’importanza dei cani guardiani già all’epoca.
I cani guardiani degli armenti sono tipi di cani da pastore i quali non hanno il compito di condurre il gregge, né sarebbero tanto meno in grado di farlo, ma si occupano della sua difesa da ogni possibile predatore, in particolare, per le nostre zone, dal lupo.
Ciò che fa di un cane un buon guardiano sono razza, genetica, ma anche e soprattutto l’ambiente evolutivo. Fondamentale è infatti l’imprinting durante il periodo critico di socializzazione da cui dipende il legame sociale interspecifico tra pecore e cani. Il futuro cane guardiano viene a questo scopo allontanato a 4-5 settimane dalla madre e inserito nel gregge, dal quale gli viene impedito di allontanarsi. Il cucciolo crescerà vivendo sempre a contatto con il gregge, i rapporti con l’uomo saranno il più possibile limitati e scoraggiati e la sua educazione sarà opera dei cani anziani.
Il cane guardiano adulto segue le pecore, risponde ai loro segnali e mostra atteggiamenti di dominanza e sottomissione in modo interspecifico. Non disturba il gregge e deve essere privo di ogni comportamento predatorio nei confronti di quest’ultimo.
Lo standard funzionale imposto dalla vita transumante, dura e pericolosa, favorisce un fenotipo forte, calmo, dal passo lungo (pari a quello di una pecora), resistente alla fatica, ai traumi, alle intemperie e alla scarsità di cibo. I pattern motori della predazione (individuare-fissare-avvicinarsi furtivamente-mordere-uccidere-sezionare) devono essere completamente assenti in questi cani, che devono invece mostrare comportamenti territoriali, minacciosi e allertivi, e diffidenza verso gli estranei. Non essendo abituati al contatto con l’uomo saranno cani non inclini all’obbedienza ma dotati, nel loro ambiente, di grande capacità decisionale ed autonomia.