Il cane è da sempre conosciuto come il migliore amico dell’uomo, un fedele compagno di vita, ma le sue doti possono andare molto oltre questo ruolo e ci possono aiutare in situazioni di pericolo ed emergenza, salvandoci la vita. È il caso dei cani da soccorso, o da salvataggio, addestrati per coadiuvare le operazioni di ricerca in caso di calamità naturali o emergenze. Questi cani affrontano, al fianco del loro conduttore, un percorso di formazione lungo e laborioso che si conclude con un esame attitudinale e uno formativo che si compongono di varie prove. Molto importante è che il cane abbia una predisposizione adeguata a questo tipo di lavoro, doti naturali e specifiche attitudini, e che sia un soggetto equilibrato e ben socializzato fin dalle prime settimane di vita.
I cani da salvataggio possono essere utilizzati in vari ambiti d’intervento: nel soccorso in valanga, ricerca su macerie, ricerca in superficie e soccorso in mare, per i quali serve ovviamente uno specifico addestramento.
L’unità cinofila di soccorso è composta da cane e conduttore che svolgono le operazioni sempre insieme, in condizioni pesanti ed estreme. Tra questi si instaura un rapporto molto stretto, fatto di una grande fiducia e conoscenza reciproca che deve essere costantemente coltivata e rinforzata per poter affrontare situazioni impervie in cui il cane deve poter avere una certa libertà d’azione e allo stesso tempo il conduttore deve saper non chiedere troppo al suo cane, rispettandone i limiti fisici.
Questi cani vengono oggi utilizzati in tutto il mondo e tra le razze più utilizzate in Italia troviamo le razze da pastore (pastore tedesco, belga, collie ecc.) per la ricerca in superficie ma anche schnauzer, dobermann, boxer, labrador e golden retriever, mentre per il soccorso in acqua le razze più diffuse sono terranova e retriever.