Un recente studio dell’Università di Helsinki ha utilizzato un sistema di tracciamento dello sguardo per mostrare come i cani percepiscano le espressioni emozionali di conspecifici ed umani.
I cani guardano in primo luogo la regione degli occhi e la osservano per più tempo rispetto a regioni del naso o della bocca. Caratteristiche specie- specifiche di alcune espressioni attraggono in modo particolare la loro attenzione, come ad esempio la bocca nei soggetti minacciosi. In ogni caso i cani non baserebbero la percezione delle espressioni facciali esclusivamente su singole strutture ma sull’intero complesso formato da occhi, bocca e parte centrale del viso.
Espressioni minacciose determinano una polarizzazione dell’attenzione che potrebbe essere determinata da un meccanismo evolutivo di tipo adattativo: il percepire ed evitare le minacce rappresenta infatti una strategia di sopravvivenza. Fatto interessante è che i cani, in presenza di espressioni di minaccia nei conspecifici, tenderebbero a mantenere lo sguardo più a lungo, mentre, in presenza di espressioni minacciose nell’uomo, manifesterebbero una risposta di evitamento.
La strategia comportamentale di tolleranza dei cani nei confronti dell’uomo spiegherebbe in parte tali risultati. La domesticazione avrebbe dotato i cani della capacità di individuare segnali di minaccia nell’uomo e di rispondere a questi con segnali evidenti di riappacificazione.
Questo studio dimostra dunque la capacità dei cani di percepire le emozioni umane e la loro variazione e come questa attitudine potrebbe essere il segnale di un comportamento adattivo derivato dal processo di addomesticamento.
Tratto da: S. Somppi et al. Evaluate Threatening Facial Expressions by Their Biological Validity – Evidence from Gazing Patterns. PLOS ONE, 2016; 11 (1): e0143047 DOI: 10.1371/journal.pone.0143047