Instaurare con il proprio cane una perfetta relazione, di comprensione, fiducia e affiatamento, è il desiderio di molti coscienziosi proprietari, ma a volte può capitare di non possedere la chiave di lettura del comportamento del nostro amico a quattro zampe, rischiando di limitare tale relazione ad un rapporto a senso unico: noi chiediamo e lui risponde.
Alla fine degli anni ’80 due studiosi, Stale Odegaard e Turid Rugaas, si dedicarono all’analisi e formalizzazione dei “Segnali Calmanti”, elementi fondamentali utilizzati dal cane per comunicare all’interno del gruppo sociale. Questi vengono usati per prevenire eventi potenzialmente dannosi e minacce, per calmare se stessi quando si sentono stressati ma anche per indurre l’altro a sentirsi più sicuro e a comprendere le intenzioni benevole di tali segnali.
É fondamentale che il proprietario osservi tali segnali, capisca quali sono e come vengono usati. È infatti solo attraverso un’attenta lettura che possiamo imparare a capire meglio il nostro cane.
I segnali conosciuti sono una trentina, tra i più e i meno evidenti, e solo attraverso molta pratica sarà possibile coglierne, se non tutti, almeno la maggiorparte.
Tra quelli più comuni, usati dal cane per calmare l’altro, evitare di essere minacciosi, e quando sono a disagio, troviamo:
-girare la testa di lato
-guardare altrove
-socchiudere gli occhi
-voltarsi di spalle
-leccarsi il naso
-muoversi lentamente e immobilizzarsi
-sbadigliare
-mettersi in mezzo, tra cani o persone per evitare un conflitto
Comprendere meglio il nostro cane significa riuscire a rendere la sua vita notevolmente migliore, creare un cane felice, fiducioso nel proprietario e mai da lui spaventato. E’ così che il rapporto con il nostro compagno diventerà finalmente bidirezionale e noi potremo imparare da lui l’arte della comunicazione e cooperazione, in cui ogni cane è maestro.